Nonostante un’annata da dominatore assoluto, i destini di Ducati e Marquez sono destinati a separarsi. Arriva la firma sul contratto che fa discutere.
La MotoGP ha chiuso l’ultima stagione lasciando una sensazione chiara nel paddock: il presente ha un padrone, ma il futuro è tutto da riscrivere. Il campionato si è concluso con la conferma della supremazia tecnica di Ducati, capace di garantire continuità di risultati in un contesto sempre più competitivo e instabile. La Casa di Borgo Panigale ha beneficiato di una struttura solida, di una moto diventata riferimento assoluto e di una capacità di adattamento che altri costruttori hanno faticato a eguagliare. Allo stesso tempo, però, il mondiale ha evidenziato crepe importanti: alcuni protagonisti attesi, come Bagnaia, non hanno retto la pressione, mentre giovani emergenti e progetti alternativi hanno iniziato a spostare gli equilibri. La stagione ha messo in luce anche una realtà meno rassicurante per il futuro, perché molte certezze tecniche attuali sono destinate a dissolversi nel giro di pochi mesi. Dal 2027 la MotoGP cambierà pelle con l’introduzione del nuovo regolamento tecnico.
I motori passeranno da 1000cc a 850cc, l’aerodinamica verrà fortemente ridimensionata, spariranno dispositivi come abbassatori e soluzioni estreme sviluppate negli ultimi anni, e verranno introdotti limiti più stringenti per contenere costi e velocità. Un reset che avrà un impatto profondo non solo sulle moto, ma anche sulle strategie dei team e sulle carriere dei piloti. Il 2026 sarà dunque un anno di transizione delicatissimo. I costruttori dovranno gestire contemporaneamente due progetti, ovvero massimizzare l’ultima stagione del regolamento attuale e investire risorse, tempo e uomini nello sviluppo delle nuove moto. In questo scenario, l’esperienza tornerà a essere un valore centrale. Non basterà più la pura velocità. Ed è proprio per questo che Marc Marquez sta riflettendo sul suo prossimo contratto.
Rinnovo ponte e libertà di scelta: perché Marquez guarda solo a un anno
Il campione spagnolo, tornato protagonista assoluto dopo stagioni complesse, è consapevole che il prossimo biennio rappresenta un crocevia decisivo della sua carriera. Il cambio regolamentare non è una semplice evoluzione tecnica, ma una vera e propria rifondazione della MotoGP. Per questo, l’ipotesi più accreditata è quella di un rinnovo annuale: una scelta di prudenza, ma anche di enorme lucidità strategica. Legarsi a lungo termine prima di conoscere il reale valore delle nuove moto significherebbe scommettere al buio. Marquez, invece, vuole vedere come reagirà Ducati al nuovo scenario 850cc, valutare il comportamento della moto senza l’attuale carico aerodinamico e capire se il vantaggio accumulato negli ultimi anni sarà replicabile. Un contratto di un solo anno gli consentirebbe di restare competitivo nel breve periodo, mantenendo però piena libertà decisionale quando i valori in pista verranno rimescolati.

Rinnovo ponte e libertà di scelta: perché Marquez guarda solo a un anno – Campionatistudenteschi.it (screen Youtube)
Intorno a lui, le pretendenti non mancano. Su tutte resta vigile Honda, il costruttore con cui Marquez ha scritto pagine storiche della MotoGP. In Giappone il processo di ricostruzione è già iniziato e il nuovo regolamento rappresenta un’occasione irripetibile per azzerare il gap tecnico accumulato. Riabbracciare un pilota del suo calibro nel momento della rinascita sarebbe il segnale più forte possibile. Anche altri costruttori osservano, ma è evidente che l’asse emotivo e tecnico con HRC resta unico. Marquez sa di essere ancora il punto di riferimento quando la moto è all’altezza. Per questo non ha fretta di chiudere il cerchio. Il rinnovo annuale non sarebbe un segno di incertezza, ma il modo più intelligente per attraversare l’anno zero della MotoGP senza rinunciare al controllo del proprio destino.
Addio Ducati, Marquez spiazza: pronta la firma sul contratto - campionatistudenteschi.it (screen Youtube)






